Eccomi alla masterclass di Tom Fontana, autore di I Borgia, al Roma Fiction Fest. Se fate i bravi vi racconto cosa sta succedendo qua dentro!
Cosa la stupisce?
Il fatto che a volte i personaggi vivono di vita propria e prendono da soli delle decisioni, andando oltre la mia volonta’. Inoltre mi stupisce il fatto che tutte le storie che scriviamo possono essere ricondotte alle 36 situazioni drammatiche.
Come le é venuta l’idea di Oz?
Dopo aver scritto Homicide, volevo vedere come fosse la vera vita dei criminali dopo l’arresto. Volevo vedere cosa accade mettendo migliaia di criminali rinchiusi in una gabbia, senza poter vedere il cielo. Volevo che il pubblico provasse per un istante quello che provano i carcerati.
Quando scrive una serie, pensa gia’ alle stagioni successive?
Io penso principalmente al tema, la cosa principale, poi penso ai personaggi.Le storie nascono naturalmente da loro.
Come avviene il suo processo produttivo?
In Borgia per esempio ho fatto un sacco di ricerca ed ho cambiato molti sceneggiatori scrivendo la pilota, ma lasciandoli completamente liberi nella fase della scrittura. Mi piace che nella prima stesura siano gli sceneggiatori a dirmi quello che io non so della mia stessa serie. Poi nella seconda fase intervengo io. La sottopongo agli studios sono quando sono completamente soddisfatto.
Lei va sul set?
Ci vado il piu’ possibile. Come showrunner sono io che faccio le scelte principali, poiché sono io che ho in mano tutta la serie. Poi continuo il mio lavoro al montaggio e i miei executive mi tengono aggiornato su quello che accade sul set.
Quali attori preferisce?
Quelli che sono onesti con loro stessi e mi incoraggiano a spingermi piu’ in la’, senza paure.
E i registi?
Cerco quelli disposti a collaborare con me, quelli che ascoltano le mie indicazioni.
Ha mai fatto un errore?
Si, pensavo che Don Johnson fosse un cane. Due mesi dopo il mio rifiuto al casting, giro’ Miami Vice come protagonista!
Quanto é importante il confronto sul set?
Siamo adulti. Dobbiamo rispettarci ed imparare gli uni dagli altri. Mi piace chiarirmi con le persone il pria possibile. I registi possono urlare sul set se é il loro modo di lavorare, ma non devono farlo gli showrunner e gli executive. Se creiamo un ambiente piacevole sul set, un posto dove la gente lavora volentieri, tutto viene meglio.
Guarda mai al suo passato?
Se potessi butterei via tutto e ricomincerei da capo. Dobbiamo sforzarci di fare tutto alla perfezione, se non cerchiamo la perfezione, cosa lavoriamo a fare?
Come ha fatto a convincere la HBO a produrre Oz?
Avevo delle foto del Ceo di Hbo nudo! No, scherzo! Mi dissero che volevano fare qualcosa che nessun altro network aveva le palle di fare. Mi dissero che una serie di documentari sul carcere ebbero un grande successo,e cosi’ pensai ad Oz.
Come é nata la serie Homicide?
David Simon del Baltimore Times scrisse un libro che credo sia il migliore mai scitto sugli omicidi e le indagini in una grande citta’. Comprammo i diritti immediatamente.
Perché scrivere una serie offre maggiori possibilita’ della scrittura di un film, secondo lei?
La televisione mi da l’opportunita’ di esplorare i temi e le storie proprio come avviene in un romanzo. Mi piacciono le serie nelle quali il personaggio compie un viaggio, proprio come avviene nel percorso della nostra vita.
Qual`é il suo segreto per scrivere?
Non ho un particolare talento. É la disciplina, quello che serve. Ogni giorno io mi sveglio alle 5 per scrivere. Chi vuole fare davvero lo scrittore, ogni giorno deve svegliarsi e scrivere qualcosa.
PS: Lo so. In questa intervista non si parla dei Borgia… Ma prendetevela col tram 2 che mi ha fatto arrivare in ritardo!